Schiena d'Asino 2010

Brunello di Montalcino DOCG

La grande luce e le fresche notti del settembre 2010 hanno esaltato la nobile austerità che solo le vecchie viti della Schiena d’Asino possono e sanno trasformare in un vino unico per profondità e lunghezza.

Affinamento 42 mesi in botti di rovere di Allier da 16 ettolitri. Affinamento in bottiglia 12 mesi.

La descrizione del sommelier

COLORE: rosso peculiare, fitto e trasparente PROFUMO: frutti di macchia accompagnati a spezie fresche e foglie di tabacco essiccato SAPORE: attacco ampio e austero, pieno e sapido, pronto ad affrontare il tempo. Anche solo, in compagnia Servire a 18° C

Abbinamenti

Servire a 18° c. eccellente con piatti molto strutturati quali carni rosse e selvaggina, eventualmente accompagnate da funghi, salse e tartufi.

€ 140.00

Produttore Mastrojanni
Denominazione Brunello di Montalcino DOCG
Definizioni Millesimato
Vitigno 100% Sangiovese
Gradazione 14,5% Vol.
Formato Standard (0.75 lt)

Premi e riconoscimenti

Annata 2008:
Tre Bicchieri Gambero Rosso 2014
Cinque Grappoli Bibenda 2014


Descrizione produttore

1975, l’avvocato romano Gabriele Mastrojanni compra i poderi San Pio e Loreto. Questi luoghi sono stati poco popolati e poco coltivati per tutta la storia dell’umanità: la terra è quindi vergine, pulita, priva di qualsiasi inquinante che, per mano dell’uomo, l’abbia potuta deturpare. Qui l'avvocato Mastrojanni decise di piantare le prime vigne che in parte ancora oggi producono i vini dell'azienda.

Altri, prima di lui, a cominciare da quel pioniere che fu il primo Biondi-Santi che inventò il Brunello di Montalcino, avevano fatto la stessa esperienza e il territorio aveva risposto con chiarezza che il vitigno migliore per questi terreni è il Sangiovese Grosso. Mastrojanni, volendo fare un grande Brunello, piantò proprio Sangiovese, scegliendo un sesto d’impianto che permettesse di lavorare comodamente con i trattori ma allo stesso tempo avesse una densità sufficientemente elevata: 5.700 ceppi a ettaro.

Fin dalle primissime annate il vino si presentò interessantissimo, con quel bel profumo tipico di fiore di Sambuco che un grande Sangiovese deve esprimere. E ancora oggi chi ha la fortuna di stappare una bottiglia degli anni Ottanta ha modo di goderne la finezza.
Così l’azienda si costruì in poco tempo una fama mondiale per la sua qualità eccellente. I vini erano eleganti, puliti, molto profumati ed invecchiavano terziarizzando i loro profumi in modo fantastico.

Verso l’inizio degli anni Novanta, Antonio Mastrojanni, figlio dell’avvocato, iniziò a seguire l’azienda personalmente e in quegli stessi anni Maurizio Castelli, ancora oggi nostro enologo, divenne il consulente di riferimento dell’azienda.
La famiglia Mastrojanni, che viveva a Roma e veniva saltuariamente a Montalcino, decise di dare fiducia ad Andrea Machetti che si offrì di seguire a tempo pieno l’evoluzione dell’azienda. Andrea iniziò nel 1992 e il suo appassionato lavoro permise alla Mastrojanni di crescere all’estero e nella produzione, forse oltre al sogno iniziale dell’avvocato.

In quegli anni venne costruita la cantina di vinificazione e di affinamento in legno.

Si scelse fin dall’inizio di vinificare in cemento, metodo che a quei tempi era andato in disuso ma che presenta pregi formidabili sia per la stabilità termica che per l’assenza di quei campi magnetici che inevitabilmente si formano nelle vasche in acciaio inossidabile.
La cernita delle uve veniva fatta in più passaggi in vigna gettando inizialmente a terra i grappoli meno maturi o meno belli o che presentavano segni di sovra maturazione per il troppo sole o per la stanchezza della pianta. Questo tipo di diradamento attento e meticoloso viene fatto ancora oggi verso la fine di agosto. Poi si passa a una prima raccolta dei grappoli più precoci nella maturazione per vinificarli immediatamente: questo vino è la base più acida che poi verrà miscelata con la seconda e ultima vendemmia delle uve ormai in piena maturazione.

Dal 2008 tutti i grappoli subiscono un'ulteriore selezione sul nastro di cernita, dove da sei a otto persone scelgono grappolo per grappolo eliminando quegli ultimi difetti che durante la vendemmia possono essere stati non notati.

In questo modo la certezza di vinificare soltanto uve Sangiovese sanissime e mature al punto giusto è garantita: l’assenza di difetti garantisce che il vino che ne deriva sia scevro da tutta una serie di note organolettiche negative che provengono tipicamente dalle uve men che perfette.

Basta pensare a qualche chicco ammuffito, o troppo maturo o immaturo per immaginare gli odori sgradevoli o i tannini aggressivi che questi potranno apportare a un vino: vanno rigorosamente eliminati e questo alla Mastrojanni si sa fin dai primi tempi.

Nel 2008, diversi anni dopo la scomparsa dell’avvocato Mastrojanni, i suoi figli decisero di vendere l’azienda e la famiglia Illy ebbe la fortuna di poterla acquisire.
Da quel giorno, mio fratello Riccardo e io, abbiamo intensificato questi controlli, già originariamente molto attenti, introducendo il tavolo di cernita e alcune vasche di vinificazione in rovere dei Vosgi, proveniente da piante plurisecolari, ad affiancare le storiche vasche in cemento

INDIETRO