Salamartano 2010

Toscana IGT

Vino di grande finezza e longevità le uve de rosso Cabernet Merlot Salamartano fermentano con macerazione in acciaio a temperatura controllata a 25/28 °C per un periodo di circa 28 giorni. L'affinamento avviene in barrique di rovere francese con il 60% di legno nuovo, per circa 14 mesi. Le diverse tipologie di barrique garantiscono una perfetta evoluzione del vino.

La descrizione del sommelier

COLORE: porpora con riflessi granati, di grande intensità PROFUMO: al naso si presenta potente con note di cassis e tabacco SAPORE: lungo e potente, è un vino di grande finezza e longevità Servire a 18°C

Abbinamenti

Servire a 18°c. perfetto con carni stufate, arrosti e selvaggina. carni rosse importanti in genere.

€ 38.00

Produttore Fattoria Montellori
Denominazione Toscana IGT
Vitigno Cabernet Sauvignon 65%, Cabernet Franc 25% e Merlot 10%
Gradazione 14,0% Vol.
Formato Standard (0.75 lt)

Premi e riconoscimenti

Annata 2008:
Quattro Grappoli Bibenda 2012

Descrizione produttore

La famiglia Nieri di Fucecchio, cittadina situata nella parte occidentale della provincia di Firenze, rappresenta un’importante eccezione a questa regola. Sebbene sia collocata in un’area che è in un certo senso “fuori dalla corrente” rispetto a quelle considerate di maggiore tradizione enologica, l’azienda della famiglia Nieri ha celebrato il suo centesimo anniversario come produttrice di vino nel 1995.

Durante i molti decenni passati, la famiglia e l’azienda hanno modificato i loro obiettivi in maniera sostanziale: l’intento è quello di creare vini di vera personalità, che siano capaci di esprimere sia la filosofia produttiva della famiglia sia lo specifico carattere del suolo e del clima del loro luogo d’origine, cioè il terroir.

La villa ed i terreni circostanti che costituiscono il nucleo storico di Montellori furono acquistati nel 1895 da Giuseppe Nieri, che decise di investire in una proprietà agricola i notevoli profitti realizzati nel commercio del cuoio. La messa a dimora dei vigneti e la produzione di vino diventarono parte integrante della nuova vita di Giuseppe Nieri e il lavoro quasi pionieristico di acquisizione e impianto continuò con Mario Nieri, figlio di Giuseppe. Negli anni ‘40 le botti di legno originariamente usate per le fermentazioni furono sostituite da tini di cemento e negli anni ‘50 ebbe inizio il passaggio all’imbottigliamento con il proprio nome e la propria etichetta.

Il maggior impulso allo sviluppo di Montellori, tuttavia, si verificò sotto la guida di Giuseppe Nieri (1929-1998) che aumentò l’estensione delle vigne sino al livello attuale di 55 ettari. Continuò anche il rinnovamento della dotazione di cantina introducendo tini di acciaio inox con controllo della temperatura. Le barriques di rovere iniziarono ad apparire nelle cantine di Montellori durante gli anni ‘80, contribuendo alla creazione di vini di maggior complessità e finezza. Giuseppe Nieri aveva una spiccata passione per il vino bianco e adottò, oltre a varietà più note come Chardonnay e Sauvignon, un vasto programma di sperimentazione su varietà meno note, ma non meno interessanti, quali il Viognier, entrato poi nell’uvaggio del bianco di casa: il Mandorlo. Un programma analogo riguardante le varietà a bacca rossa portò all’impianto, in aree la cui vocazione era stata attentamente calcolata e studiata, di Cabernet Sauvignon e Franc, Merlot e Syrah. Anche queste varietà sono entrate negli uvaggi dell’azienda, integrando, senza peraltro soppiantarlo, il Sangiovese, la varietà storica a bacca rossa, in cui Montellori crede fermamente e che trova la sua massima espressione in uno dei cru aziendali: il Dicatum.

Il decennio tra il 1985 ed il 1995 è stato per Montellori, come per altri produttori orientati alla qualità in Toscana, un periodo eccitante segnato dalla curiosità e dalla costante sperimentazione, da grande fermento creativo e da grandi scoperte. Le esatte caratteristiche delle nuove uve furono esplorate a fondo durante più vendemmie e furono altresì studiati con la massima cura e attenzione nuovi metodi di coltivazione, fermentazione ed affinamento per le varietà innovative e per il tradizionale Sangiovese toscano. La seconda parte degli anni ‘90, invece, è stata un periodo di riflessione e soprattutto un’occasione per trarre le conclusioni. Sotto la giuda di Alessandro Nieri, che ha assunto il compito di dirigere Montellori nel 1998 dopo un lungo periodo di responsabilità condivise con il padre, le lezioni assimilate durante il decennio precedente sono state pienamente sviluppate. Così la linea produttiva è stata riorganizzata con lo scopo di produrre vini che dimostrano l’abilità viticola ed enologica e la nuova comprensione delle caratteristiche e del potenziale dei singoli vigneti, di quello che possono esprimere e di quello che può essere raggiunto attraverso un lavoro impegnativo e professionale. La conoscenza del proprio terroir.

Oggi i possedimenti viticoli di Montellori possono essere suddivisi in cinque blocchi, ognuno dei quali ha specifiche condizioni di suolo, microclima, esposizione ed altitudine. È importante sottolineare che le nuove vigne di Montellori sono state piantate con densità di 5000/5700 piante per ettaro con il preciso scopo di ridurre sostanzialmente le rese per pianta aumentando la concentrazione e il carattere dei vini prodotti.

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