Guidalberto 2021
Toscana IGT
Tenuta San Guido
Il Guidalberto è un vino rosso elegante e intenso, nato dal desiderio di produrre un vino più giovane del Sassicaia, utilizzando anche uve Merlot. Dopo un affinamento di 15 mesi in barrique si esprime in un bouquet di frutti di bosco, caffè, spezie e macchia mediterranea. Al sorso è fruttato, pieno, solido e persistente.
Guidalberto Tenuta San Guido può essere considerato come il fratellino del Sassicaia, non per una minor qualità ma per una bevibilità differente rispetto al vino di punta della cantina di Bolgheri. Guidalberto, che prende il nome dal quadrisnonno di Nicolò della Gherardesca, guida da decenni la Tenuta. Prodotto con uve Cabernet Sauvignon e Merlot, in puro stile bordolese, questo vino ha visto la prima bottiglia nascere nel 2000.
Tenuta San Guido Guidalberto vede i suoi vigneti insistere in terreni ricchi di galestro, calcare e argille ad un’altitudine compresa tra i 100 e i 300 metri s.l.m.. La vendemmia eseguita manualmente, inizia con il Merlot verso la fine di agosto, proseguendo poi a settembre con il Cabernet Sauvignon. In cantina si esegue la cernita e la selezione dei migliori acini a cui segue una soffice pressatura e diraspatura dei grappoli. La fermentazione che avviene senza aggiunta di lieviti esterni si attiva all’interno di vasche d’acciaio a temperatura controllata tra i 26 e i 28°C. Dopo una macerazione di circa 10 giorni per il Merlot e di 11-14 per il Cabernet Sauvignon, vengono effettuati frequenti rimontaggi dei mosti che poi vengono versati in barrique francesi e americane per 15 mesi.
Un brillante rosso rubino è la firma del Guibalberto Tenuta San Guido, vino che esprime un’ermetica giovinezza. Portato al naso la pienezza del frutto del Merlot colpisce immediatamente e inebria lo spirito, che viene ulteriormente rinfrancato da note di caffè e da ricami di macchia mediterranea. Appena sorseggiato si viene colpiti dalla potenza tannica di questo vino, che non risulta rude me è decisa e tenacemente persistente. Il Guidalberto è l’emblema di un territorio che si adagia sulle colline toscane ma che gode dell’influenza del Mar Tirreno, un vino che è lo sposo ideale della gastronomia della zona, dove sapori forti e decisi necessitano di un sorso dall’imperiale
Il Guidalberto è un vino rosso elegante e intenso, nato dal desiderio di produrre un vino più giovane del Sassicaia, utilizzando anche uve Merlot. Dopo un affinamento di 15 mesi in barrique si esprime in un bouquet di frutti di bosco, caffè, spezie e macchia mediterranea. Al sorso è fruttato, pieno, solido e persistente.
Guidalberto Tenuta San Guido può essere considerato come il fratellino del Sassicaia, non per una minor qualità ma per una bevibilità differente rispetto al vino di punta della cantina di Bolgheri. Guidalberto, che prende il nome dal quadrisnonno di Nicolò della Gherardesca, guida da decenni la Tenuta. Prodotto con uve Cabernet Sauvignon e Merlot, in puro stile bordolese, questo vino ha visto la prima bottiglia nascere nel 2000.
Tenuta San Guido Guidalberto vede i suoi vigneti insistere in terreni ricchi di galestro, calcare e argille ad un’altitudine compresa tra i 100 e i 300 metri s.l.m.. La vendemmia eseguita manualmente, inizia con il Merlot verso la fine di agosto, proseguendo poi a settembre con il Cabernet Sauvignon. In cantina si esegue la cernita e la selezione dei migliori acini a cui segue una soffice pressatura e diraspatura dei grappoli. La fermentazione che avviene senza aggiunta di lieviti esterni si attiva all’interno di vasche d’acciaio a temperatura controllata tra i 26 e i 28°C. Dopo una macerazione di circa 10 giorni per il Merlot e di 11-14 per il Cabernet Sauvignon, vengono effettuati frequenti rimontaggi dei mosti che poi vengono versati in barrique francesi e americane per 15 mesi.
Un brillante rosso rubino è la firma del Guibalberto Tenuta San Guido, vino che esprime un’ermetica giovinezza. Portato al naso la pienezza del frutto del Merlot colpisce immediatamente e inebria lo spirito, che viene ulteriormente rinfrancato da note di caffè e da ricami di macchia mediterranea. Appena sorseggiato si viene colpiti dalla potenza tannica di questo vino, che non risulta rude me è decisa e tenacemente persistente. Il Guidalberto è l’emblema di un territorio che si adagia sulle colline toscane ma che gode dell’influenza del Mar Tirreno, un vino che è lo sposo ideale della gastronomia della zona, dove sapori forti e decisi necessitano di un sorso dall’imperiale
La descrizione del sommelier
Colore Rosso rubino brillante Profumo Note di frutti di bosco con sentori caldi di caffè e soffi di macchia mediterranea Gusto Pieno e potente con tannini vivi e lungo finaleAbbinamenti
Formaggi stagionati
pasta sugo di carne
selvaggina
carne rossa in umido
carne arrosto e grigliata

€ 70.00
Produttore | TENUTA SAN GUIDO |
---|---|
Denominazione | Toscana IGT |
Vitigno | Cabernet Sauvignon 60%, Merlot 40% |
Gradazione | 14,0% Vol. |
Formato | Standard (0.75 lt) |
Descrizione produttore
Un ecosistema fondato sull’equilibrio tra uomo e naturaTenuta San Guido è il risultato di una lunghissima tradizione, di un messaggio etico che si tramanda di generazione in generazione. Racchiude diverse eccellenze, il vino, la Razza Dormello Olgiata e il Rifugio Faunistico Padule di Bolgheri.
“IL BOUQUET CHE STAVO CERCANDO” Mario Incisa della Rocchetta
I Marchesi Incisa della Rocchetta sono fra i protagonisti della storia d’Italia, dall’alto Medioevo fino all’affacciarsi dell’età barocca e oltre. Mario Incisa della Rocchetta nasce a Roma nel 1889 da famiglia piemontese, studia agraria a Pisa e coltiva fin da subito una forte inclinazione per l’agronomia, con il sogno, già negli anni Venti, di trovare la perfezione nell’agricoltura e nel rispetto della Terra. Si trasferisce in Maremma negli anni ‘40 dopo aver sposato Clarice della Gherardesca nel 1930, discendente di una delle famiglie più antiche della Toscana, quella del conte Ugolino cantato da Dante nella Divina Commedia. Il Marchese intuisce subito che si tratta di uno dei più straordinari biotipi dell’Europa mediterranea e inizia a sperimentare alcuni vitigni francesi, concludendo che il cabernet, di fatto così lontano dalla tradizione toscana e piemontese, rispettivamente del sangiovese e del nebbiolo, “ha il bouquet che stavo cercando”.
È così che, grazie alle prime marze avute dai Duchi Salviati di Migliarino (nei pressi di Pisa), impianta nei terreni che dalla rocca di Castiglioncello degradano in dolci colline fino al mare il primo vigneto di cabernet sauvignon, siamo nei primi anni 40. Sappiamo, in realtà, che accanto ai cabernet (sauvignon e franc), i vitigni impiegati nel primo impianto erano vari e spaziavano dal canaiolo al ciliegiolo a viti a bacca bianca. La selezione massale, orientata al solo utilizzo del cabernet sauvignon, arriva in epoca più recente tra il 1960 e il 1968.