TENUTA LE COLONNE Magnum 2020
Bolgheri DOC
Il Bolgheri Rosso Superiore della cantina Tenuta Le Colonne è un vino rosso strutturato ed elegante, prodotto sul litorale toscano, a Castagneto Carducci, in provincia di Livorno. Questa etichetta è ottenuta da un blend di uve che vedono il Cabernet Franc, in prevalenza, unirsi in modo egregio al Cabernet Sauvignon e al Petit Verdot, che apportano colore e struttura e donano grande equilibrio al vino. Le vigne, che si trovano in un microclima riparato da venti freddi e gelate invernali, sono allevate con il metodo tradizionale a guyot su terreni, composti da sedimentazioni fluviali a tessitura sabbiosa con presenza di scheletro, orientati a sud/sud-ovest a circa 50 metri di altitudine. La cantina fa parte, dal 2012, del gruppo ABFV, di proprietà dell’argentino Alejandro Bulgheroni, che ha deciso di investire nel territorio toscano con l’obiettivo di comunicarlo nel miglior modo possibile all’estero, senza però mai venire meno alla classicità del territorio in cui le realtà vitivinicole nascono.
La descrizione del sommelier
Colore Rosso rubino denso Profumo Aromi intensi di piccoli frutti rossi maturi e sottobosco, con contorni di spezie dolci Gusto Ricco, denso, elegante, fresco e di buona persistenza palataleAbbinamenti
Risotto con carne
affettati e salumi
carne rossa in umido
risotto ai funghi
carne arrosto e grigliata

€ 65.00
Produttore | DIEVOLE |
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Denominazione | Bolgheri DOC |
Definizioni | Biologico |
Vitigno | Cabernet Franc 70%, Merlot 20% e Cabernet Sauvignon 10% |
Gradazione | 14,0% Vol. |
Formato | Magnum (1.5 lt) |
Descrizione produttore
Mille anni di storia, per un futuro appena natoDievole è un angolo di Toscana noto da sempre per essere un piccolo paradiso terrestre. Qui il dialogo tra natura e uomo non si è mai interrotto e il motivo lo spiega il nome stesso: la radice del nome Dievole, infatti, si può far risalire al significato di “Dio vuole”.
Il nome Dievole appare per la prima volta ufficialmente nel XI secolo e precisamente il 10 maggio del 1090. In quegli anni l’islandese Leif Erikson scopre il Nord America, i cinesi scoprono la polvere da sparo, Bologna apre la prima università del mondo, Roma è invasa dai Normanni e Papa Urbano II conquista Gerusalemme. Quel giorno, si legge nel contratto del notaro Bellundo, vennero pagati due capponi, tre pani e sei ‘denari lucchesi’ di buon argento per l’affitto annuale di una vigna nella valle divina, a Dievole, appunto.
Otto secoli e innumerevoli generazioni dopo, un altro contratto racconta di Dievole. Questa volta è un dono di nozze. Il Conte Giulio Terrosi-Vagnoli regala la Tenuta, costata ben 361.632 Lire, alla sua futura sposa Ildegonda Camaiori che sarà l’ultima nobildonna di Dievole. A lei si deve un prezioso documento che è giunto intatto fino a noi: il Quaderno dei Saldi di Dievole, contenente tutti i nomi delle famiglie contadine di allora e quello del podere loro affidato. Nomi dietro ai quali si legge la passione della gente chiantigiana per la propria terra. Molti discendenti di quelle famiglie sono ancora qui.